La vigilia della Rivoluzione
"L'arrivo di Carlo II d'Inghilterra a Rotterdam, il 24 maggio 1660" di L. P. Verschuier (da Wikipedia)
A metà degli anni Ottanta del XVII secolo, il regno di Carlo II d'Inghilterra volgeva alla fine. Il sovrano era riuscito a restaurare il regno degli Stuart dopo i caotici eventi di metà secolo e il regime di Cromwell, ma la sua reggenza aveva dovuto gestire numerose difficoltà come il grande incendio di Londra e la forte opposizione del Parlamento al suo desiderio di riconoscere libertà di culto e politiche ai cattolici. Già prima di morire, la successione al trono diventò un problema spinoso per Carlo: parte del Parlamento si opponeva a vedere il trono passare nelle mani del fratello Giacomo, di fede cattolica. Nel 1679 venne emanato un decreto noto come Exclusion Bill, col quale il Parlamento si proponeva di escludere Giacomo dalla successione. Al decreto, inviso al Re, si opponevano anche i Tories in Parlamento (cioè i conservatori), mentre i Whig si dichiararono favorevoli. Preso atto della frattura, al Re non restò che sciogliere il Parlamento per convocarne uno nuovo, sciolto nuovamente poco dopo. Nonostante l'avversione di molti protestanti che tale decisione gli attirò, Carlo riuscì a concludere il suo regno godendo di un forte appoggio popolare. Ma con l'avvento al potere di suo fratello, succedutogli nel 1685, gli eventi precipitarono rapidamente.
L'arrivo di Guglielmo d'Orange
"Il Principe d'Orange, Guglielmo III, salpato dall'Olanda, sbarca a Torbay il 4 Novembre 1688, dopo una tempesta" di J. M. William Turner (da Tate)
La fede cattolica di Giacomo II era il principale motivo dell'avversione nei suoi confronti da parte di numerose frange della popolazione e delle élite britanniche. Costoro temevano una svolta in senso assolutistico da parte di Giacomo, sul modello della monarchia francese. L'avversione al nuovo monarca era tale che, nel giro di pochi mesi dopo la sua incoronazione, scoppiò una rivolta a Monmouth. I Whig responsabili della sommossa vennero esiliati e il partito escluso dal Parlamento, ma la frattura era evidente.
Giacomo II reagì alla sommossa inasprendo il suo controllo sul Paese, chiedendo l'abolizione del Test Act che bandiva i cattolici dalle pubbliche cariche, e creò un esercito permanente a difesa del proprio potere. Mentre i dissidenti Whig iniziavano a riporre le loro speranze nell'arrivo di Guglielmo d'Orange, marito di Maria II Stuart e genero di Giacomo, il Paese iniziava a temere una svolta repressiva su base religiosa.
Gli stessi cattolici inglesi e il Papa non condividevano la linea politica del monarca, e chiedevano unicamente tolleranza religiosa. I protestanti, d'altro canto, temevano repressioni simili a quelle praticate in quegli anni contro gli Ugonotti dalla Francia cattolica, e finirono con il convergere sulle politiche di tolleranza dei Whigs.
Giacomo II, per tentare di calmare i protestanti, chiese alla figlia Maria e al genero Guglielmo III D'Orange di sostenere la sua politica e la Dichiarazione d'Indulgenza, ma i due si opposero in quanto tale documento avvantaggiava i cattolici inglesi invece di equipararli ai protestanti.
Gli eventi per Giacomo precipitarono definitivamente nel 1688, con la nascita del figlio Giacomo Francesco Edoardo. Un erede di Giacomo escludeva dalla successione Guglielmo III d'Orange e Maria, pertanto i due iniziarono a sollevare dubbi sulla veridicità dell'erede del Re.
Sette inglesi di spicco, passati alla storia come i Sette Immortali, scrissero una lettera a Guglielmo d'Orange, chiedendogli di recarsi a Londra per verificare la situazione inglese e indagare sull'erede del Re. Guglielmo si preparò così a invadere l'Inghilterra.
Giacomo II, al corrente dell'imminente invasione, tentò di blandire l'opposizione tornando sui suoi passi e annullando numerosi provvedimenti presi contro gli anglicani, ma era troppo tardi. Rifiutato l'aiuto offerto da suo cugino Luigi XIV di Francia, Giacomo vide la flotta olandese sbarcare indisturbata in Inghilterra a Torbay, il 5 novembre 1688.
Sfiduciato e tradito dai suoi stessi familiari, Giacomo II inviò emissari per trattare una pace prima di qualsiasi scontro con le forze olandesi. Giacomo riuscì a fuggire in Francia, e avendo di fatto abdicato la sua corona passava alla figlia Maria e al marito Guglielmo.
Un nuovo ordinamento
"L'Incoronazione di Guglielmo d'Orange e Maria Stuart, anno 1689" di C. Rachussen (da Historia Mundum)
Nel marzo 1689 Giacomo II, alla testa di un esercito fornitogli dal cugino Luigi XIV per riprendersi il trono, sbarcò in Irlanda, dove la popolazione lo riteneva ancora il legittimo sovrano. Ma, dopo aver preso rapidamente il controllo dell'isola, nel 1690 Guglielmo III riuscì a sconfiggerlo nella Battaglia del Boyne, costringendolo a una nuova fuga in Francia e ponendo fine definitivamente al suo regno sul trono inglese.
Dalla sua fuga l'anno precedente era intanto emerso un nuovo ordinamento per il Regno: il Parlamento si tutelava contro l'autorità regia limitandola fortemente e destinandole il solo potere esecutivo. Il Bill of Rights del 1689 sanciva l'impossibilità per il Re di sospendere leggi o imporre tributi senza il consenso del Parlamento, la libertà di parola per i deputati e l'impossibilità per i cattolici di ascendere al trono.
Guglielmo III approvò tale documento, sancendo la nascita di una monarchia costituzionale, con elezione per i membri del Parlamento e, con l'Atto di Tolleranza del 1689, la possibilità per i dissidenti religiosi di recarsi nelle colonie per manifestare liberamente la propria fede religiosa.
Sebbene non fu possibile annullare in patria antisemitismo e anti-cattolicesimo, il nuovo regno di Guglielmo III venne improntato a principi di stampo liberale che costituiranno la base ideologica e politica delle rivolte americane e francesi del secolo seguente.