Le Colonie ribelli
"La distruzione del tè al porto di Boston" di N. Currier (da Wikipedia)
All'indomani della pace di Parigi del 1763, che poneva fine alla Guerra dei Sette Anni fra Francia e Gran Bretagna, la situazione nelle Tredici Colonie inglesi in Nordamerica era in fermento. Il Regno Unito aveva vinto la guerra e scacciato la Francia dal Nordamerica, ma il costo del conflitto fu enorme.
Per rispondere meglio alle esigenze di un bilancio in difficoltà, la Corona tentò di imporre nuove tasse, volte a finanziare le necessità delle Colonie stesse: lo Sugar Act del 1764 e lo Stamp Act del 1765. Ma queste imposte vennero varate da Londra in un contesto di già radicata e serpeggiante insofferenza da parte dei coloni nei confronti della madrepatria, dove le Colonie non avevano rappresentanza politica: No taxation without representation divenne ben presto lo slogan di una campagna furiosa contro il governo britannico, accusato anche di voler imporre un freno all'espansione territoriale delle colonie nordamericane e di favorire i prodotti della propria industria a scapito delle produzioni americane.
Impregnati della medesima cultura politica britannica, per cui le tasse erano legittime solo se frutto del consenso dei tassati, i coloni decisero che era il momento di prendere il proprio destino nelle proprie mani. Tensioni e incidenti iniziarono a moltiplicarsi, le polemiche non si placavano e la Corona tentò di spegnere il fuoco abolendo molte imposte oggetto di discussione. Il Tea Act del 1773, con il quale la Corona consegnava alla Compagnia delle Indie orientali il monopolio del commercio del tè nelle Colonie, fu però la decisione che fece precipitare gli eventi verso un'aperta ribellione.
Dato che il Tea Act colpiva direttamente gli interessi dei mercanti nordamericani e dei contrabbandieri che prosperavano col commercio clandestino del tè, il contesto era ormai pronto per un atto eclatante. La notte del 16 dicembre 1773, i membri della società segreta Sons of Liberty di Samuel Adams assaltarono alcuni mercantili ormeggiati nel porto di Boston e gettarono in mare tutto il tè stivato sulle navi: è il Boston Tea Party. La rivolta delle Colonie americane ebbe ufficialmente inizio.
La guerra d'Indipendenza
"Washington attraversa il fiume Delaware" di E. Leutze (da Wikipedia)
La corona di Londra decise di rispondere con fermezza ai fatti di Boston, promulgando nel 1774 una serie di leggi che i coloni ribattezzarono ben presto leggi intollerabili. In sostanza, il porto di Boston venne temporaneamente chiuso e in più si consegnarono i pieni poteri amministrativi e militari al governatore del Massachusetts, nominato dalla Corona.
A esasperare ulteriormente i coloni fu la promulgazione, nel 1775, del Québec Act. Con esso, la Corona si proponeva di limitare l'espansione a ovest delle Colonie, tentando così anche di proteggere i nativi americani evitando ostilità. Naturalmente, ciò urtò notevolmente gli animi dei coloni, ansiosi di espandersi a ovest a danno dei nativi, reputati inferiori e indegni di possedere quelle terre.
Così, nel settembre 1774, le Colonie organizzarono il primo Congresso continentale a Filadelfia per decidere il da farsi. Nonostante numerosi dissensi interni, provenienti soprattutto dai delegati del Sud, il Congresso decise di porsi in contrasto aperto con la Corona. Tentativi di mediazione fallirono tanto in America quanto a Londra, così si arrivò ai primi scontri armati a Lexington e Concord del 1775, fra le truppe britanniche e le milizie costituitesi fra i ribelli del New England. L'esito favorevole degli scontri galvanizzò i ribelli, che nel successivo scontro di Bunker Hill, alle porte di Boston, inflissero pesanti perdite ai britannici. Era ormai guerra aperta.
La situazione ormai era radicalizzata su entrambi i fronti, e il Congresso Continentale avviò il reclutamento di un esercito regolare con cui sostituire le milizie spontanee viste fino a quel momento. Dopo il fallimento della spedizione in Canada, i ribelli guidati da Washington riuscirono a conquistare Boston nel marzo 1776. Era la prima città liberata dal controllo inglese. Mentre la Gran Bretagna riorganizzava le sue truppe, il 4 Luglio le Colonie dichiaravano la propria indipendenza dalla madrepatria.
Dopo mesi di scontri in diverse località, una svolta decisiva avvenne nel 1778: la Francia decise di entrare in guerra al fianco degli americani ribelli, decisione in seguito presa anche dalla Spagna. Con il supporto militare francese, i ribelli americani riuscirono a prolungare il conflitto fino al 1781, anno della decisiva battaglia di Yorktown vinta dalle forze franco-americane.
Nel 1782 di fatto cessarono le ostilità, e nel 1783 col Trattato di Parigi il Regno Unito riconobbe la sovranità americana sulle Tredici Colonie, e la possibilità di espansione a ovest, verso e oltre il Mississippi. Nonostante le difficoltà, gli Stati Uniti d'America avevano conquistato la propria indipendenza.
La Costituzione e gli Stati Uniti d'America
"Scena della firma della Costituzione degli Stati Uniti d'America" di H. C. Christy (da Wikipedia)
Concluso il conflitto e ottenuta l'indipendenza, rimaneva però da affrontare un complesso processo di costruzione delle istituzioni del nuovo Stato. In un primo momento, si optò per un governo confederale piuttosto debole, autorevole sulla politica estera ma sostanzialmente incapace di legiferare su altre questioni, in primo luogo quelle fiscali.
La situazione era farraginosa e continuamente rallentata da veti e ritardi, pertanto si decise di costituire una nuova Convenzione a Filadelfia nel 1787, per varare un nuovo assetto istituzionale. Il frutto di questi lavori fu una Costituzione che diede vita alla prima Repubblica moderna, entrata in vigore nel 1789 e profondamente permeata da principi illuministici, primo fra tutti la tripartizione dei poteri.
La Costituzione disegnava un triangolo istituzionale composto dal potere esecutivo del Presidente, il potere legislativo del Congresso e il potere giudiziario dei tribunali e della Corte Suprema, prevedendo anche una serie di meccanismi di controllo incrociato con i quali si rigettavano tutti i principi monarchici.
Nonostante la necessità di numerosi emendamenti nei decenni seguenti, primo fra tutti l'integrazione fondamentale rappresentata dal Bill of Rights, la Costituzione e l'ordinamento da essa generato erano notevolmente avanguardisti se raffrontati al periodo storico in cui videro la luce. Basato sulla separazione dei poteri e sul diritto di voto dei cittadini, per quanto basato sul censo all'epoca, l'ordinamento degli Stati Uniti d'America segna l'inizio della moderna democrazia.